E cosi vorresti fare lo scrittore?
"Se non ti esplode dentro
a dispetto di tutto,
non farlo.
a meno che non ti venga dritto dal cuore
e dalla mente e dalla bocca
e dalle viscere,
non farlo..."

C.Bukowski

sabato 18 aprile 2015

Dead Sara da Los Angeles alla conquista del mondo del rock.

Los Angeles anni 2000: due giovani ragazze Susie Medley ed Emily Armdtrong si incontrano e si innamorarono, artisticamente intendo, l’una dell’altra. Entrambe sin da bambine mostrano interesse per la musica si vocifera che Emily a 12 anni inizia a suonare la chitarra, mentre Susie a soli nove anni si mostra affascinata dai riflettori . Iniziano così a lavorare insieme per comporre alcuni brani. Il loro primo live come gruppo avviene nel 2005 in un locale losangelino e vede al basso Emily mentre alla batteria Aaron Bellcastro. Nate come Epiphany a metà dello stesso anno cambiano il nome in Dead Sara in onore della canzone dei Fleerwood Mac dal titolo Sara. Nello stesso periodo, Susie Medley comincia a stilizzare il suo nome in "Siouxsie", sia come omaggio agli tribù di nativi americani di cui lei è discendente che in riferimento a Siouxsie Sioux. Tre anni dopo esce il loro primo Ep dal titolo The Airport Sessions, pubblicato dall'etichetta Viscount Productions. Dopo numerosi cambi nella line up, il gruppo sembra trovare stabilità con l’arrivo di Sean Friday alla batteria e Chris Null al basso. Nello stesso anno, Emily venne chiamata da Courtney Love per cantare i cori per l'album Nobody's Daughter delle Hole, che venne pubblicato nel 2010. Emily viene lusingata anche da Grace Slick (Jefferson Airplane) per le sue doti canore . Nel 2011 attirano l’attenzione di un inviato di WCCC Radio , una emittente californiana, che sentendole suonare decide di passare in radio uno dei loro brani, per l’esattezza Weatherman, per aiutare il gruppo a farsi conoscere. Nell'aprile 2012, il gruppo pubblicò il primo album omonimo, appunto Dead Sara, prodotto da Noah Shain e uscito per l'etichetta Pocket Kid Records. L'album si piazza al 16° posto nella Top Heatseekers Album chart stilata da Billboard. Del brano Lemon Scent esce un video musicale, pubblicato il 14 marzo 2013 sul sito del magazine Rolling Stone. Nell'ottobre dello stesso anno il gruppo annuncia l'inizio della creazione del secondo album in studio, sempre prodotto da Noah Shain. Nel dicembre 2014 il gruppo inizia il pre-order dell'album, intitolato Pleasure to Meet You. Il 14 gennaio viene reso disponibile, in anteprima per coloro che hanno effettuato la prenotazione del nuovo album, il videoclip del brano Mona Lisa. Pleasure to Meet You è stato pubblicato il 31 marzo 2015. Le ragazze hanno sicuramene raccolto l’eredità grunge lasciata da grandi gruppi come Soundgarden e/o Sonic Youth, mescolando con sapienza riff noise con passaggi stoner. Esempi di questa fusione di suoni sono brani come Weatherman, Test On My Patience, Lemon Scent, Mona Lisa e, a chi come me ha il cuore tenero, consiglio l’ascolto del pezzo lento Sorry for it all. Chiudiamo il pezzo di oggi con il consueto motto della rubrica, ricordando che la buona musica si tinge sempre di rosa. Rock’n’roll baby.

martedì 27 maggio 2014

La regina della notte londinese tra il punk e il dark. Siouxsie & The Banshees

Icona del dark punk britannico, Susan Janet Dallion vero nome della cantante Siouxsie Sioux, muove i primi passi nell'ambiente underground londinese dapprima come groupie dei Sex Pistols e, inseguito dando vita ai Siouxsie & The Banshees. A 17 anni lascia la scuola e inizia a frequentare i locali gay della città dove si fa notare per il suo abbigliamento in stile fetish e il trucco pesante. Nel 1977 è impegnata in una sere di date che la portano anche in Francia ad esibirsi nel mitico Paradise Amsterdam ma, nonostante un discreto successo e un numero nutrito di fans, i Siouxsie & The Banshees non riescono ad ottenere uno straccio di contratto. Finalmente nel ’78 firmano per la Polydor Records. Guidati dal grande bassista Steven Severin, il gruppo dà vita al primo folgorante singolo "Hong Kong Garden". Un lugubre balletto giapponese che si distende progressivamente in una ipnotica danse macabre. Il pezzo è puro punk-pop, basato su due soli accordi e un ritornello in stile orientale. L’album di esordio è The Scream titolo ispirato al film "The Swimmer" che racconta la particolare vicenda di un ragazzo in viaggio per l'America. Siouxsie comincia a divenire un personaggio di culto nel circuito underground britannico e non solo. Ma il 1979 è per lei un anno sfortunato. A coronamento di una serie di imprevisti, arriva nel mezzo di un importante tour inglese, l’abbandono del chitarrista John Mc Kay e del batterista Kenny Morris. Siouxsie allora ingaggia gli amici Robert Smith e Lol Thorlust dei Cure . Nel ’80 esce Kaleidoscope preceduto da un altro cambiamento nella line-up e nel 1981 viene inciso Ju-Ju, probabilmente il miglior album dell'intera produzione firmata Siouxsie And The Banshees. Al suo tipico repertorio gotico-romantico, la "regina della notte" unisce il tribalismo stregonesco dell'Africa profonda ("ju-ju" è una tradizione musicale nigeriana). L'uso della musica etnica amalgamata con l'elettronica, produce una sorta di trance allucinata in cui apre le danze "Spellbound" . Del punk resta solo l'impronta ma tutto è ammantato da una cappa nera e maledetta. La carriera di questo inquieto personaggio però, comincia a scricchiolare. A Kiss In The Dreamhouse (1982), infatti propone una versione addolcita del dark-punk degli esordi, come dimostra il singolo "Slowdive". Nel 1983 esce Feast primo lavoro dei Creatures, un side-project di Siouxsie e Budgie. Tre anni dopo viene pubblicato Tinderbox che segna un altro passo verso il riallineamento di Siouxsie ai più convenzionali canoni pop. Nel frattempo, la pressione della casa discografica sul gruppo, porta a solo undici mesi di distanza all’uscita di Through The Looking Glass, album di cover, in cui Siouxsie omaggia alcuni dei suoi artisti preferiti. A questo lavoro segue nel ’88 Peepshow che presenta una line-up ancora una volta differente che affianca alla sezione ritmica il violoncellista Martin McCarrick e il chitarrista Jon Klein. Ma i risultati sono modesti. Nel ’89 esce Boomerang che presenta sonorità di stampo decadente ispirate all'esistenzialismo francese del dopoguerra. Quando esce Superstition (1991) i Banshees hanno del tutto esaurito le loro cartucce e Siouxsie è ormai presa unicamente dai Creatures. L'insistenza dei discografici porta alla pubblicazione di un nuovo e ultimo disco firmato Siouxsie &The Banshees. Siamo nel 1995 ed esce Rapture. La cantante londinese continua a portare avanti il discorso dei Creatures, pubblicando prima Anima Animus (1999) e inseguito Hai! (2003), Con Mantaray (2007) Mrs. Dallion firma il primo lavoro solista. La cantante inglese è sempre stata uno spirito inquieto preferendo l’istinto alla programmazione. I suoi testi si muovono tra temi di necrofilia e ambiguità sessuale influenzati da personaggi come David Bowie e Marc Boland. Come lei stessa sostenne il punk ha accentuato la rivolta, le ragazze hanno cominciato a diventare sempre più dure e aggressive e lo testimonia con la sua voce cruda e profonda dai toni cupi che risuona in pezzi come Hong Kong Garden, Carcass, Metal Postcard, Switch e Christine. Non mi resta che augurarvi un buon ascolto e ricordate sempre Rock’n’Roll Baby!

mercoledì 4 dicembre 2013

Joan Jett. L'Araba Fenicia delle Runaways

L’altra mattina, seduta alla scrivania, stavo davanti una tazza di caffè cercando di trovare la giusta ispirazione per scegliere la protagonista di questa nuova tappa nel tour all'interno del rock targato donna e, penso di avere trovato un tipo davvero  niente male. Se dicessi “I love rock‘n’roll”, oltre all' artista originale del pezzo, a chi pensereste? E non osate dire a Britney Spears. Se non avete ancora intuito, oggi parleremo di un'altra ex Runaways. Oltre a Lita Ford, anche Joan Jett si lanciò nella carriera da solista. Nata nei sobborghi di Philadelphia, Joan a 12 anni si trasferisce a Los Angeles dove fonda il suo primo gruppo interamente femminile. Erano gli albori delle Runaways, ma prematuramente il progetto fallì e lei si mosse verso NY per continuare il suo sogno nella musica. Nel 1980 pubblica il primo album da solista dal titolo omonimo senza però, suscitare inizialmente l’interesse di alcuna etichetta. Le vendite andarono bene, forse proprio perché la Jett mantenne le sonorità ribelli di un rock misto al glam e al punk pur pubblicando un lavoro interamente di cover. Questo fece si che, la Boardwalk Records si accorse di lei e le fece ripubblicare l’album sotto il nome di Bed Reputation. Decide allora di metter su una vera band chiamandola The Blackhearts. Nel 1981,  pubblicano l’album I Love Rock ‘N’ Roll con il quale entrano nella top ten statunitense. L’album conteneva la cover del pezzo originale degli Arrows del ‘75 da cui prende il titolo l’album, e la cover di Crimison Clover degli Shondells. Il terzo lavoro si chiama semplicemente Album, ottenne il disco d’oro e risale al 1983. L’anno seguente, venne pubblicato Glorious Results Of A Mispent Youth, che conteneva la cover di Cherry Bomb delle Ranaways. Nel 1985 pubblica il quinto album Good Music che vanta la collaborazione di diversi artisti famosi, tra i quali i Beach Boys. Contemporaneamente, si prestò al mondo del cinema, ottenendo un ruolo in The Light of Day (La luce del giorno) con Michael J.Fox. Arriviamo alla fine degli anni ‘80 e la Jett pubblica Up your Alley. Gli anni ‘90 si aprono con la pubblicazione di un album di cover, The Hit List e successivamente esce Notorious. Intanto nel mondo musicale, esplode il filone grunge e un’artista come la Jett non può non subirne influenze. Nasce così Pure and Simple che riceve ottime critiche. Nel ‘95 forma la band Evil Sting con cui pubblica l’album omonimo. Agli inizi del 2000 partecipa alla reunion delle Runaway e pochi anni dopo pubblica Naked che, nel 2006 viene aggiornato e ribattezzato Sinner. Dalla fine degli anni ‘70 e per tutti gli anni ‘80 la musica ha sfornato grandi artiste. Donne, ma in primis musiciste dai grandi talenti che, hanno saputo lasciare il segno. Joan Jett lo ha fatto prima come Runaways e poi come solista, regalandoci brani quali Bed Reputation, I Hate myself for loving you, Do you Wanna touch me e la più recente A.C.D.C.  E, parafrasando il ritornello della sua più celeberrima cover vi saluto, I love Rock’n’Roll, baby!


venerdì 22 novembre 2013

Si riparte dalla Svezia. La voce potente degli Arch Enemy

Cari lettori e amici, so di essere tornata in ritardo e di avervi promesso articoli che non sono mai stati pubblicati ma il tempo è stato tiranno e mi sono persa tra concretezza e responsabilità, e chi mi conosce sa quanto odi essere concreta. Senza perderci in vane chiacchiere, annuncio con piacere il ritorno della rubrica dedicata alle donne del rock. vi  lascio al pezzo che aprirà il nuovo anno. Enjoy!







Ben trovati e tornati, anche  per quest’anno  tornerà a farvi compagnia la rubrica musicale dedicata alle donne del rock e inizieremo con il botto.Dopo aver chiuso con un omaggio dovuto, alle donne del rock per eccellenza (Patti Smith e Janis Joplin), apriamo questa nuova stagione dalla mia amata Scandinavia e per la precisione dalla Svezia. La band di cui ci occuperemo oggi, nasce come formazione interamente maschile e sorge dalle ceneri dei Carcass, ma nell'evoluzione il gruppo sceglierà di affiancare alle loro sonorità melodic death metal la voce della fascinosa Angela Gossow, definita da molti degna rivale dei suoi colleghi maschi. Come accadde per molte band, (es:AC/DC, Tarot) gli Arch Enemy vennero fondati  dai fratelli Amott alle chitarre, alla voce Johan Liiva e alla batteria Daniel Erlandsson. Insieme lavorano su tre album. Il primo è Black Earth (1996) che ricevette grandi consensi in Europa e Giappone. Il gruppo cambiò etichetta e pubblicò Stigma (1998) che vede l’aggiunta di altri due componenti alla line-up originale. Nel 1999 viene pubblicato Burning Bridges album nel quale esordisce il bassista Shearlee D’Angelo che porta una sonorità più potente e fresca. Questo lavoro vede la fine della collaborazione con il cantante originale e gli Arch Enemy partono alla ricerca di un nuovo vocalist più attivo e dinamico di quello precedente. Lo trovano nella voce dirompente della giornalista e cantante tedesca Angela Gossow. Il primo lavoro che vede il cambio incisivo è Wages of Sin del 2001, segue poi due anni dopo, Anthems of Rebellion con una introduzione del tutto nuova per il gruppo: l’utilizzo di doppie voci. Nel 2005 esce Doomsday Machine e Christopher Amott lascia la band. L’album si classifica al secondo posto al 2005 Metal Storm Awards nella categoria The Best Melodeath Album. Bisogna aspettare due anni, prima della pubblicazione di un nuovo lavoro intitolato Rise of Tyran seguito sempre a due anni di distanza da The Root of Evil (2007) e Khaos Legions (2011). Nuovamente nel 2012 il chitarrista Christopher Amott (che nel frattempo era ritornato) lascia la band. Angela Gossow aveva precedentemente militato in gruppi come Asmondina e Mistress ed è, proprio grazie ad un demo di quest’ultimo, lasciato durante una sua intervista agli Arch Enemy che la bella giornalista di musica si fa conoscere per le sue sorprendenti doti canore. Quando Liiva lasciò il gruppo fu Christopher Amott a contattarla per un’ audizione ma chiaramente, davanti al suo talento non poterono che offrirle il posto. Prima di salutarci la consuetudine vuole che vi suggerisca alcuni brani. Per chi non li conoscesse vi invito a scoprirli ascoltando brani come Dark Insanity, Burn me an Angel, Silverwing, My Apocalipse, Nemesis, Through the eyes of  Raven e Turn to Dust.  Al grido di Rock’n’roll baby, diamo inizio ufficiale al secondo anno dedicato alle donne del rock


martedì 6 agosto 2013

Patti e Janis, le sacerdotesse del rock

Ebbene Rock is Woman va ufficialmente in vacanza e non so se a Settembre ritornerà ma intanto, dopo ferragosto, è in progetto una serie di articoli dedicati al mondo del rock che offrirà il mio personale punto di vista e che, vedrà protagonisti non solo i miei artisti preferiti ma anche...chi avrà pazienza di aspettare e di seguirmi lo scoprirà. Ma adesso basta chiacchiere vi lascio all'articolo e come sempre vi auguro una buona lettura.

Siamo arrivati all'ultimo appuntamento con la rubrica dedicata al lato femminile del rock. Molte volte quando si uniscono i due termini le prime artiste che vengono in mente sono Janis Joplin e Patty Smith. Per molti sarebbe stato più logico iniziare da loro, per me troppo scontato e banale. Cosa mai potrei dire io che altri non abbiano detto su di loro? Solo appunti personali su due donne di grande personalità la prima, bruciata troppo in fretta a soli 27 anni ma che ha lasciato un segno indelebile  nella storia della musica; la seconda invece, donna di forte temperamento, ha saputo rapire il cuore di molti con la sua voce passionale. Janis Joplin inizia la carriera nel 1966-7 a San Francisco come vocalist dei Big Brother con i quali incide due album prima di dedicarsi alla carriera da solista che, ha avvio nel 1969. Prima di morire (4 ottobre 1970) Janis registra l’album I Got Dem Ol' Kozmic Blues Again Mama! (1969) e l'album postumo dal titolo Pearl. Il suo perfezionismo musicale la portò ad avere contrasti con i musicisti con cui lavorò tantoché per le registrazioni dei pezzi di Pearl cambiò band. Quelli in cui lei visse, furono gli anni degli hippy e della filosofia Peace&Love che lei sposò pienamente, che la porterà ad esibirsi in favore della pace sul palco di Woodstock e, a sostenere la lotta per l'uguaglianza tra bianchi e neri. Come molti  manifestanti   venne arrestata (1967) e schedata ma, quando finì davanti al giudice ogni capo d'accusa (linguaggio sconcio e disturbo della quiete pubblica) cadde.
 Sulla morte della Joplin si sono dette molte cose. Resta, insieme alle morti di altri artisti che come lei scomparvero a 27 anni, ancora avvolta da un alone di mistero. Ufficialmente dissero che morì per overdose da eroina. A proposito di Patricia Lee Smith, ho avuto la fortuna di vedere un suo concerto e, devo dire che è stato un tuffo al cuore, un mix di emozioni e forte energia, che si poteva sentire nell'aria così carica da avvolgere tutta la folla. Con lei mi sento in imbarazzo perché, non credo ci sia un pezzo migliore dell’altro, ci sono brani che a pelle ti infiammano più di altri, quello si, e per me lo sono Gloria (Horses 1975), Because the night (Easter 1978) e People have the power (Dream of life, 1988). Ho apprezzato anche la presenza sul palco dell’ Ariston, insieme ai Marlene Kuntz,  per una interpretazione toccante di una bellissima canzone della PFM.  Soprannominata la sacerdotessa del rock muove i suoi primi e timidi passi nel modo della musica a ventotto anni. Tra il 1974 e il 1988 incide 5 album uno di questi, Wave, dedicato alle scomparsa del papa Giovanni Paolo I. Negli anni oltre alla musica, come abbiamo visto anche per molte altre artiste, la Smith si appassiona alla poesia raccogliendo le sue opere in alcuni volumi come Seventh Heven (1972), Babel (1980), oppure il più recente Just Kids(2010).  Siamo agli sgoccioli ma prima di salutarci, vorrei rifarmi alle parole di una delle canzoni più famose di Janis Joplin, Cry Baby, per  dirvi cari studenti di  tener duro, la sessione estiva sta per iniziare e ora più che mai Rock’n’Roll, baby.

http://www.youtube.com/watch?v=WSVd8szH7Qk

mercoledì 10 luglio 2013

AAA cercasi chitarrista. Courtney Love tra dolore e ribalta

Leggenda narra che Courtney Love mise un annuncio per una band femminile ma, il primo che rispose fu quello che poi divenne il co-fondatore, il chitarrista Eric Erlandson. Nasce così il progetto The Hole. La prima line up vedeva alla batteria Patty Schemel e Melissa Auf der Maur al basso in sostituzione di Kriste Pfaff morta, si vocifera, inseguito ad una overdose.
Il primo album esce sotto la Caroline Records e si intitola Pretty on the inside. Le ottime critiche ricevute dal mondo musicale underground valgono al gruppo l’opportunità di firmare per la Geffen Records un contratto per otto dischi. Nel ‘93 hanno inizio le registrazioni dell’album di debutto Live Though this che esce poco dopo la morte di Kurt Cobain, marito di Courtney Love. A tre anni di distanza le Hole (concedetemi l’uso del femminile) pubblicano un b-side My body the Hand Grenade (1997) che per i fan è un vero e proprio gioiello, perché contiene una serie di brani tra cui, uno in cui Cobain suona il basso. E’ una vera e propria antologia della storia del gruppo incisa tra live e inediti. All’uscita del terzo album, Celebrity Skin (1998), segue una profonda crisi che porta il gruppo a sciogliersi. Nel disco sono contenuti diversi brani carichi del risentimento della Love per la morte del marito. Inoltre, nel pezzo Northen Star si parla del fantasma di Cobain.
Nel 2002 i membri della band decidono di seguire strade diverse. Dieci anni circa di silenzio sono il tempo in cui, il progetto giace sotto la cenere ancora calda, pronta ad infiammarsi di nuovo nel 2010 con l’uscita di Nobody’s Daughter che vede una line up completamente stravolta. Dalle Hole ciò che viene fuori, più che una esibizioni di tecnica è il loro bisogno di denuncia, il vomitare addosso ad una società egoista tutto il malessere di una generazione, andando contro anche allo star system che sembrava averli inghiottiti. Memorabili quindi sono pezzi come Starbelly (basata sul riff principale di Cinnamon Girl di Neil Young), Celebrety skin, Malibu, Violet, He hit me, e i più recenti Loser Dust e Honey.
Indubbiamente la tragedia della morte di Kurt Cobain è stato un duro colpo che ha portatola Love ad essere paragonata alla vedova di John Lennon entrambe, oltre la fine prematura del proprio compagno, sono accomunate da una forza interiore che contraddistingue le più tenaci lottatrici. Avvicinandoci inevitabilmente alla fine di questa rubrica, non mi resta che sottolineare, il rock non è solo musica, ma uno stile di vita per cui...Rock’n’Roll baby.
http://www.youtube.com/watch?v=cH_rfGBwamc

lunedì 27 maggio 2013

Un giro nel rock made in Italy

Ben trovati, l’articolo che vado a proporvi oggi sarà particolare, non parlerà solo di una donna ma bensì passeremo di decenni in decenni tracciando un quadro storico della musica. Ad un mese dal 25 Aprile, penso sia giusto, in onore di quello spirito patriottico che alberga in me, soffermarci a ciò che accadde in Italia a partire dagli inizi degli anni 80. Addentriamoci in quello che è il B-side oserei dire di color rosa, della musica italiana. Nel 1979 in Italia nasceva un gruppo di giovanissime adolescenti attorno al centro sociale di Santa Maria di Milano. Prima ondata punk, femminile per giunta, che colpisce il nostro paese. Discutibile per qualità dei pezzi è, comunque degno di nota il tentativo di portare nella nostra penisola il movimento punk inglese. Non tutti sanno che questo gruppo, le Candeggine Gang, erano capitanate da una brunetta neanche ventenne di nome Giovanna Colletti o, come la conosciamo tutti oggi,  Jo Squillo. Di queste ragazze restano solo due singoli Sono Cattiva e Orrore, entrambi inseriti rispettivamente in una raccolta dal titolo Killed By Death#201-D’Italia per l’etichetta tedesca Redrum Record e nella raccolta dal titolo L’antologia New Wave (Punk E Post-Punk,1977-1980). Arriviamo alla fine degli anni novanta per scorgere sulla scena italiana i primi gruppi di stampo Metal con presenza femminile. Risalgono infatti al 1997 i Mandragora Scream gruppo milanese con all’attivo 5 album. Sempre specializzati nel genere Gothic sono anche i Love Crave, band certamente più recente ma, con grandi numeri da giocare specie quelli chiusi nella voce della cantante Francesca Chiara la quale, a 17 anni si trasferisce a San Francisco per studiare canto e chitarra iniziando a esibirsi con le band locali. Tornata in Italia fonda prima i Mystery una band hard rock e nel 2006 si specializza nel Gothic Metal. Più famosi anche per i  non addetti ai lavori, troviamo Cristina Scabbia con i Lacuna Coil. Di certo  una cantante rilevante, dalle doti canori meritevoli di lode tanto da esser chiamata per dare voce ad uno dei pezzi degli Apocalyptica. Sto parlando del brano S.O.S (Anythingh but Love). Ultima donna che voglio citare è la cantante degli Exilia, Masha Mysmane. Gruppo Nu-Metal milanese formatosi nel lontano 1998 acquisisce fama solo nel 2000 con il secondo album Rightside Up. La musica degli Exilia miscela riff aggressivi e batteria martellante con bassi nitidi e testi potenti resi impeccabili dalla voce graffiante di Masha. Memorabile è la cover di In the Air Tonight (Phill Collins). Proseguendo nel firmamento italiano oltre le solite stelle del rock più classic ( Carmen Consoli, Cristina Donà) vorrei anche ricordare due gruppi interamente femminili, le calabresi Le Rivoltelle con due lavori alle spalle e, λa Menade gruppo romano nato nel 2000. Queste sono solo alcuni esempi di donne del rock all’ italiana che cantino in italiano o in inglese poco conta, l’importante è che anche da noi il rock è vivo. Chiudo con una citazione... Siamo donne oltre le gambe c'è di più....Rock’n’roll baby!