E cosi vorresti fare lo scrittore?
"Se non ti esplode dentro
a dispetto di tutto,
non farlo.
a meno che non ti venga dritto dal cuore
e dalla mente e dalla bocca
e dalle viscere,
non farlo..."

C.Bukowski

martedì 16 aprile 2013

Joan e Bob. Diamonds and rust

Chiedo scusa per la mia lunga assenza, spero non capiterà più. riprendiamo quindi con un articolo uscito a San Valentino. Come sempre buona lettura.


Se  credevate che questa rubrica fosse dedicata solo a gruppi interamente femminili, vi sbagliavate. È diretta al vasto firmamento delle donne del rock per cui, questo nuovo appuntamento sarà dedicato esclusivamente ad una cantante anche se, con una lieve eccezione. Ebbene si, anche il cuore duro di una rockettara come me, si lascia scalfire dall’atmosfera romantica e dagli strascichi di un S. Valentino di poco alle nostre spalle. Detto ciò, preparatevi a immergervi nel clima che si respirava fra la fine degli anni ‘60 e gli inizi degli anni ‘70. Ma torniamo in dietro e partiamo dalle origini a raccontare la storia di una delle più grande donna nello scenario del rock. Una donna con la “d” maiuscola che delle sue idee fece crociate a favore dei diritti umani. Nata a New York nel 1941, Joan Baez passa l’ infanzia in giro per il mondo. Si appassiona alla musica dopo che un amico di famiglia le regalò un ukulele. A otto anni ascoltando un musicista folk, un certo Pete Seeger, rimane folgorata e si innamora di questo genere, tanto da impararne tutto il repertorio. Nei tardi anni ‘50 si trasferisce a Boston, centro in quegli anni della scena musicale folk e inizia ad esibirsi nei locali della zona. Ma la vera carriera artistica decolla nel 1959 quando pubblica per una grossa casa discografica l’album di debutto, Joan Baez. Seguì il secondo lavoro che le valse il disco d’oro. In quegli anni la Beaz emerge come esponente del root-folk statunitense ed inizia a presentare nei concerti un cantante allora non molto famoso al quale si legherà per tre anni. Proprio alla loro storia d’amore è dedicato l’articolo di oggi. Quest’amore, musa di alcune sue canzoni, come lei stessa affermò, la legò niente di meno  che a Bob Dylan. Si incontrarono per la prima volta nel 1961 quando già lei era qualcuno, e in un primo momento, come nelle migliori favole, lei rimase indifferente e, quando lui mostrò per la sorella minore di Joan, ella si sentì molto infastidita da quel rude campagnolo. Fu la canzone Song to Woody che le fece cambiare idea e che la spinse a rivalutarlo. Nel 1963 quando il loro legame iniziava a saldarsi Joan lo invitò a cantare insieme a lei una canzone scritta da lui stesso, With God Our Side. Consuetudine questa che la Baez mantenne in ogni tour. Ma poi le cose cambiarono, innumerevoli incomprensioni raffreddarono il rapporto e i due si lasciarono. Dopo un periodo iniziale di separazione, anche lavorativa, Joan e Bob partirono per un tour insieme. Dai sentimenti della Baez per Bob Dylan nasce una delle canzoni d’amore più coinvolgente degli ultimi trentacinque anni. Coverizzata da molti gruppi tra cui i Judas Prist e i Blackmoore’s night,  Diamonds and rust resta una delle più belle e profonde dichiarazione di sentimenti. Su questa meravigliosa donna ci sarebbe da versare infinito inchiostro perché lei così poliedrica ha spaziato tra il folk, sua prima passione, il pop, il County, il rock. È una attivista instancabile che ha lottato e che lotta ancora per un mondo migliore. Nella sua voce si possono tuttora  rintracciare le atmosfere della fine degli anni 60. In lei è racchiuso il senso di protesta pacifica e tenacia, quando incinta e con il marito in carcere perché si era rifiutato di partire per la guerra del Vietnam, salì sul placo di uno dei concerti più importanti e famosi degli ultimi decenni e incantò tutti con quella voce angelica, carica di colori e sfumature che le valse il soprannome di Usignolo di Woodstock. Dinnanzi a tanto impegno non mi resta che allungare le gambe sulla scrivania, incrociare le braccia dietro la testa e, accennando un sorriso sussurrare, come se stessi parlando con lei, Rock’n’Roll, baby.



Nessun commento:

Posta un commento