E cosi vorresti fare lo scrittore?
"Se non ti esplode dentro
a dispetto di tutto,
non farlo.
a meno che non ti venga dritto dal cuore
e dalla mente e dalla bocca
e dalle viscere,
non farlo..."

C.Bukowski

martedì 6 agosto 2013

Patti e Janis, le sacerdotesse del rock

Ebbene Rock is Woman va ufficialmente in vacanza e non so se a Settembre ritornerà ma intanto, dopo ferragosto, è in progetto una serie di articoli dedicati al mondo del rock che offrirà il mio personale punto di vista e che, vedrà protagonisti non solo i miei artisti preferiti ma anche...chi avrà pazienza di aspettare e di seguirmi lo scoprirà. Ma adesso basta chiacchiere vi lascio all'articolo e come sempre vi auguro una buona lettura.

Siamo arrivati all'ultimo appuntamento con la rubrica dedicata al lato femminile del rock. Molte volte quando si uniscono i due termini le prime artiste che vengono in mente sono Janis Joplin e Patty Smith. Per molti sarebbe stato più logico iniziare da loro, per me troppo scontato e banale. Cosa mai potrei dire io che altri non abbiano detto su di loro? Solo appunti personali su due donne di grande personalità la prima, bruciata troppo in fretta a soli 27 anni ma che ha lasciato un segno indelebile  nella storia della musica; la seconda invece, donna di forte temperamento, ha saputo rapire il cuore di molti con la sua voce passionale. Janis Joplin inizia la carriera nel 1966-7 a San Francisco come vocalist dei Big Brother con i quali incide due album prima di dedicarsi alla carriera da solista che, ha avvio nel 1969. Prima di morire (4 ottobre 1970) Janis registra l’album I Got Dem Ol' Kozmic Blues Again Mama! (1969) e l'album postumo dal titolo Pearl. Il suo perfezionismo musicale la portò ad avere contrasti con i musicisti con cui lavorò tantoché per le registrazioni dei pezzi di Pearl cambiò band. Quelli in cui lei visse, furono gli anni degli hippy e della filosofia Peace&Love che lei sposò pienamente, che la porterà ad esibirsi in favore della pace sul palco di Woodstock e, a sostenere la lotta per l'uguaglianza tra bianchi e neri. Come molti  manifestanti   venne arrestata (1967) e schedata ma, quando finì davanti al giudice ogni capo d'accusa (linguaggio sconcio e disturbo della quiete pubblica) cadde.
 Sulla morte della Joplin si sono dette molte cose. Resta, insieme alle morti di altri artisti che come lei scomparvero a 27 anni, ancora avvolta da un alone di mistero. Ufficialmente dissero che morì per overdose da eroina. A proposito di Patricia Lee Smith, ho avuto la fortuna di vedere un suo concerto e, devo dire che è stato un tuffo al cuore, un mix di emozioni e forte energia, che si poteva sentire nell'aria così carica da avvolgere tutta la folla. Con lei mi sento in imbarazzo perché, non credo ci sia un pezzo migliore dell’altro, ci sono brani che a pelle ti infiammano più di altri, quello si, e per me lo sono Gloria (Horses 1975), Because the night (Easter 1978) e People have the power (Dream of life, 1988). Ho apprezzato anche la presenza sul palco dell’ Ariston, insieme ai Marlene Kuntz,  per una interpretazione toccante di una bellissima canzone della PFM.  Soprannominata la sacerdotessa del rock muove i suoi primi e timidi passi nel modo della musica a ventotto anni. Tra il 1974 e il 1988 incide 5 album uno di questi, Wave, dedicato alle scomparsa del papa Giovanni Paolo I. Negli anni oltre alla musica, come abbiamo visto anche per molte altre artiste, la Smith si appassiona alla poesia raccogliendo le sue opere in alcuni volumi come Seventh Heven (1972), Babel (1980), oppure il più recente Just Kids(2010).  Siamo agli sgoccioli ma prima di salutarci, vorrei rifarmi alle parole di una delle canzoni più famose di Janis Joplin, Cry Baby, per  dirvi cari studenti di  tener duro, la sessione estiva sta per iniziare e ora più che mai Rock’n’Roll, baby.

http://www.youtube.com/watch?v=WSVd8szH7Qk

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