Ebbene Rock is Woman va ufficialmente in vacanza e non so se a Settembre ritornerà ma intanto, dopo ferragosto, è in progetto una serie di articoli dedicati al mondo del rock che offrirà il mio personale punto di vista e che, vedrà protagonisti non solo i miei artisti preferiti ma anche...chi avrà pazienza di aspettare e di seguirmi lo scoprirà. Ma adesso basta chiacchiere vi lascio all'articolo e come sempre vi auguro una buona lettura.
Siamo
arrivati all'ultimo appuntamento con la rubrica dedicata al lato femminile del
rock. Molte volte quando si uniscono i due termini le prime artiste che vengono
in mente sono Janis Joplin e Patty Smith. Per molti sarebbe stato più logico
iniziare da loro, per me troppo scontato e banale. Cosa mai potrei dire io che
altri non abbiano detto su di loro? Solo appunti personali su due donne di
grande personalità la prima, bruciata troppo in fretta a soli 27 anni ma che ha
lasciato un segno indelebile nella storia
della musica; la seconda invece, donna di forte temperamento, ha saputo rapire
il cuore di molti con la sua voce passionale. Janis Joplin inizia la carriera
nel 1966-7 a San Francisco come vocalist dei Big Brother con i quali incide due
album prima di dedicarsi alla carriera da solista che, ha avvio nel 1969. Prima
di morire (4 ottobre 1970) Janis registra l’album I Got Dem Ol' Kozmic Blues Again Mama! (1969) e l'album postumo dal titolo Pearl. Il suo perfezionismo musicale la portò ad avere contrasti con i musicisti con cui lavorò tantoché per le registrazioni dei pezzi di Pearl cambiò band. Quelli in cui lei visse, furono gli anni degli hippy e della filosofia Peace&Love che lei sposò pienamente, che la porterà ad esibirsi in favore della pace sul palco di Woodstock e, a sostenere la lotta per l'uguaglianza tra bianchi e neri. Come molti manifestanti venne arrestata (1967) e schedata ma, quando finì davanti al giudice ogni capo d'accusa (linguaggio sconcio e disturbo della quiete pubblica) cadde.
Sulla morte della Joplin si sono dette molte
cose. Resta, insieme alle morti di altri artisti che come lei scomparvero a 27
anni, ancora avvolta da un alone di mistero. Ufficialmente dissero che morì per
overdose da eroina. A proposito di Patricia Lee Smith, ho avuto la fortuna di
vedere un suo concerto e, devo dire che è stato un tuffo al cuore, un mix di
emozioni e forte energia, che si poteva sentire nell'aria così carica da
avvolgere tutta la folla. Con lei mi sento in imbarazzo perché, non credo ci
sia un pezzo migliore dell’altro, ci sono brani che a pelle ti infiammano più
di altri, quello si, e per me lo sono Gloria (Horses 1975), Because the night (Easter
1978) e People have the power (Dream of life, 1988). Ho apprezzato anche la
presenza sul palco dell’ Ariston, insieme ai Marlene Kuntz, per una interpretazione toccante di una
bellissima canzone della PFM. Soprannominata
la sacerdotessa del rock muove i suoi primi e timidi passi nel modo della
musica a ventotto anni. Tra il 1974 e il 1988 incide 5 album uno di questi,
Wave, dedicato alle scomparsa del papa Giovanni Paolo I. Negli anni oltre alla
musica, come abbiamo visto anche per molte altre artiste, la Smith si
appassiona alla poesia raccogliendo le sue opere in alcuni volumi come Seventh
Heven (1972), Babel (1980), oppure il più recente Just Kids(2010). Siamo agli sgoccioli ma prima di salutarci,
vorrei rifarmi alle parole di una delle canzoni più famose di Janis Joplin, Cry
Baby, per dirvi cari studenti di tener duro, la sessione estiva sta per
iniziare e ora più che mai Rock’n’Roll, baby.
http://www.youtube.com/watch?v=WSVd8szH7Qk
Nessun commento:
Posta un commento